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Weird music: è una musica – sia essa rock, noise, folk, psichedelica, pop, impro, elettronica, d’avanguardia o altro – dall’estetica stramba, dall’attitudine malata, fatta di suoni-cianfrusaglia.
La puntata di oggi si intitola Outsider 1: Weird Music e facciamo un viaggio alle origini di questa musica, risaliamo ai suoi padri putativi, alla weird ante litteram.
La puntata da ascoltare (o scaricare in MP3):
Ricerche (a)temporali e (a)spaziali di reinvenzione radiotelevisiva. In questa puntata partiamo da un immaginario consolidato e poi frammentato, quello che affonda le sue radici nella tele-radio-visione degli anni ’70, che esplode con la rottura del monopolio Rai nella conseguente ondata barbarica – Il Mucchio Selvaggio, come titola un interessante libro sulla nascita delle TV locali – che si riversa sull’etere.
Ci collochiamo idealmente su un frammento che volteggia nell’etere e arriviamo, quindi, (al detournamento degli) agli anni ’80, tele-radio-visivamente ormai (quasi) solo appiattiti su intenti commerciali (quando non si è trattato di tentativi devianti o liberatori – o anche ‘pirata’, specie per la radio), ma in cui si fanno i conti con un palinsesto astratto e paradossale di nuove trasmissioni tele-radio-visive potenzialmente capaci di sviluppare immaginari (reinventati/reinventabili) cui ci interessiamo dal punto di vista sonoro – a modo nostro.
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451 Frammenti Sonori ritorna con una puntata dedicata ai suoni alieni di quello che viene chiamato hypnagogic pop o glo-fi, agli immaginari ispirati alla Luna ed altri astri (segni estetici) lontani (sfocati, fantasticati), e ai suoni di nostalgie (inventate, sbagliate) degli ’80.
La puntata da ascoltare (o scaricare in MP3):
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Domenica 10 ottobre 451 Frammenti Sonori tornerà in diretta, dopo la lunga pausa estiva, su Città del Capo Radio Metropolitana con una trasmissione intitolata “451 e La Luna” (e poi ovviamente su questo blog ci sarà la possibilità di ascoltare/ri-ascoltare la trasmissione in streaming nei prossimi giorni).
Di cosa ci occuperemo: Hypnagogic pop, Glo-fi, nuovi (!?) immaginari eighties, satelliti terrestri sfocati e luminescenze aliene.
Si tratta di suoni retroattivi dettati da una nostalgia del futuro, immaginari che si muovono tra l’adesso e un (im)possibile futuro mai realizzato: è quello che avremmo sempre desiderato e non c’è mai stato – figli di un passato futuribile mai nato e quindi condannato a una eternità paradossale – tra miti di fondazione e (im)possibili connessioni.